
di Cristina Da Rold
Diversi studi indipendenti hanno sottolineato negli ultimi anni che il respiro di un malato di cancro presenta una differente composizione chimica rispetto all'alito di una persona sana, e che dunque può rappresentare un possibile strumento diagnostico, in particolare per il cancro al polmone. L'alterazione del metabolismo causata dalla malattia, lascia delle tracce nel sangue, e dunque l'alito prodotto dai polmoni, che sono il luogo dove si incontrano sangue e ossigeno, può rivelarsi una vera e propria "cartina tornasole" per la presenza del tumore.
Quello a cui gli scienziati stanno lavorando da circa 15 anni è dunque la costruzione di un "naso elettronico", ispirato dal funzionamento dell'olfatto naturale, preciso, non invasivo e in grado di diagnosticare il tumore nelle sue fasi iniziali, ai primissimi sintomi. Oggi uno studio condotto da un team di ricercatori dell'Istituto Oncologico di Milano e dell'Università Tor Vergata di Roma, ha confermato la validità di questo "naso elettronico" per la diagnosi precoce del tumore al polmone, individuando una precisione intorno al 90% dei casi.
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