
UNA PINZA di quattro centimetri la vedi grande come un ombrello. L’ago da di pochi millimetri assume le dimensioni di una falce, mentre il filo da sutura, ai tuoi occhi diventa una corda. Al di là di ogni immaginazione. L’esoscopio 3 D ad alta risoluzione a 4 K (scala di definizione e nitidezza), legittimo erede del sistema videointerventistico della laparoscopia, oggi è ufficialmente entrato nella chirurgia open, quella che prevede l’apertura dell’addome e il contatto diretto dell’operatore con organi e tessuti del paziente.
Per la prima volta al mondo, rivela Franco Corcione, ordinario di Chirurgia generale alla Federico II di Napoli, è stata utilizzato OrbEye, l’apparecchio avveniristico che dovrebbe rivoluzionare il complesso mondo del bisturi. E gli ha dato anche un nome il chirurgo (Video Assisted Open Surgery,) alla rivoluzione, ancor più straordinaria se si pensa che solo fino a qualche anno fa la chirurgia tradizionale sembrava relegata al ruolo di cenerentola.
SOURCE: https://www.repubblica.it
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