
BY: Marco Mostarda
Nel 1980 Howard Zinn dava alle stampe il suo A People’s History of the United States, un libro destinato a diventare immensamente influente. Ad oggi esso è passato attraverso sette edizioni, per più di due milioni di copie vendute: un volume in cui l’autore si proponeva programmaticamente di rifiutare la storiografia tradizionale in quanto «memoria degli Stati» – con ciò riprendendo una fortunata quanto discutibile definizione di Kissinger – onde contrapporle una narrazione innovativa che assumesse il punto di vista delle minoranze, degli sconfitti.
Una storia non dall’alto, bensì dal basso; ma non come, cinquant’anni prima, la Scuola delle Annales francese aveva declinato questo importante cambio di paradigma. Non una storia sociale, bensì una ideologica, militante. Una storia ridotta a memoria consapevolmente politicizzata onde fungere da grimaldello nelle controversie politiche del presente.
SOURCE: Jefferson - Lettere sull'America
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