
Belmont sta stretta alla sua Little Italy. L'enclave italiana del distretto del Bronx, 10 blocchi di negozi e ristoranti concentrati intorno alle due grandi arterie commerciali, Arthur Avenue e East 187th Street, vuole attirare nuovi residenti e clienti.
"Diamo risalto all'eredità culturale italiana perché è ciò per cui siamo conosciuti" ha detto Frank Franz, a capo del Belmont Business Improvement District, al Wall Street Journal. Ma non basta più, ha fatto capire Franz. In zona, peraltro, gli italo-americani non sono più la maggioranza da decenni: secondo l'ultimo censimento del 2010, il 63,8% degli abitanti è di origini latinoamericane.
Un rapporto redatto per il Business Improvement District mostra che la maggior parte degli acquirenti nei negozi della zona vive almeno a 5 miglia (8 chilometri) di distanza, con il 49% dei clienti abituali dei ristoranti che percorre almeno 20 miglia (32 chilometri) per tornare a casa. Le statistiche sono confermate dall'impressione di Sal Biancardi, proprietario di una macelleria su Arthur Avenue, aperta dai suoi nonni negli anni '30: "Molti clienti vengono da fuori, persone che hanno una macchina e vivono in Connecticut, nel New Jersey, a Westchester o Long Island" ha dichiarato al Wall Street Journal. Molti sono ex residenti che tornano nel quartiere per qualche saluto e ne approfittano per fare acquisti.
Il reddito medio di una famiglia che fa acquisti nel distretto è di 68.518 dollari, quello degli abitanti di Belmont, invece, è di 27.306 dollari. Ecco perché servono clienti - e residenti - nuovi. Secondo Josephine Florio, che lavora al DeLillo Pastry Shop sulla East 187th Street, i clienti sono soprattutto "persone che vivevano qui", ma si comincia a vedere "nuova vita". "Da quando abbbiamo questa attività, gli affari sono cresciuti di anno in anno" ha detto Florio, la cui famiglia è proprietaria del negozio - aperto nel 1925 - da circa 30 anni.
A portare nuovi clienti sono anche lo zoo del Bronx e il giardino botanico di New York, che si trovano a qualche miglia di distanza da Arthur Avenue. Un ruolo importante, da questo punto di vista, è ricoperto anche dalla chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo. La parrocchia, ogni anno, organizza eventi come la festa di Sant'Antonio, che dura cinque giorni, a giugno, e un festival a luglio. Secondo il parroco Eric Rapaglia, il 20% dei fedeli che frequentano la chiesa "sono persone che si sono trasferite in altre zone del Bronx o a Westchester, ma vengono per la Messa domenicale, per funerali e matrimoni" celebrati in inglese, spagnolo e italiano. L'obiettivo della Little Italy del Bronx, a lungo termine, è quello di attirare sempre più giovani, creativi e con maggiori disponibilità economiche. Lo scorso anno, sono stati spesi 40.000 dollari in campagna pubblicitarie."Abbiamo bisogno di energia giovane che susciti interesse nel quartiere, portando musica e intrattenimento - ha detto Franz - tra 100 anni sarà come il Village".
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